Intervista a Alessandra Astolfi, Group Exhibition Manager IEG
Le opportunità della transizione per il sociale e i professionisti di domani
«I dati in nostro possesso dimostrano inequivocabilmente che nel medio periodo la transizione ecologica porterà innegabili vantaggi economici, sociali e ambientali riducendo la nostra dipendenza dall’estero e da emergenze che non possiamo controllare. Ed è necessario un impegno di tutti noi, dal mondo industriale ai media di settore, alle associazioni ambientaliste, pubbliche amministrazioni, policy makers, governo e parlamento agire coesi affinché la neutralità climatica non sia messa in discussione e affinché sia fatta una campagna di comunicazione scientificamente corretta nelle comunità territoriali che devono per prime promuovere e facilitare l’adozione della Rivoluzione GREEN citata in una delle 6 Mission del PNRR». E’ il messaggio di Alessandra Astolfi, Group brand manager green and TECH IEG expo, primo player fieristico del Paese, in attesa della Conferenza nazionale sul clima.
Ad oggi come Paese soffriamo la mancata programmazione e visione a medio e lungo termine, l’effetto tappo delle autorizzazioni. Situazione che si è aggravata con gli impatti macroeconomici della guerra in Ucraina.
«Dovremmo sfruttare il più possibile uno strumento come il Decreto Energia, che prevede semplificazioni anche per gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili off-shore, localizzati in aree individuate come idonee, e per gli impianti geotermici. Procedure, ridondanti e farraginose hanno sin qui reso impossibile aumentare la potenza rinnovabile installata in tempi compatibili con gli investimenti dello sviluppo tecnologico e degli obiettivi di decarbonizzazione che affermiamo di condividere con Commissione e Parlamento europei.
Ecomondo e Key Energy hanno lavorato intensamente su questi temi, insieme alle associazioni di categoria industriali, alle rappresentanze associative, scientifiche e accademiche e agli stakeholders, organizzando workshop di approfondimento per fare luce sulle soluzioni già disponibili e sugli ostacoli da rimuovere per aiutare il paese a fare un salto di qualità e di essere più vicino alle sfide che ci pone l’Europa.
«Spero che questo lavoro scientifico e istituzionale possa contribuire a cambiare l’approccio che indicavo prima. A quanti utilizzano la narrazione dei posti di lavoro che si perdono con la transizione ecologica vorrei contrapporre la necessità di invertire il paradigma puntando il fuoco sulla generazione di opportunità di lavoro capace di coniugare sostenibilità e crescita per le generazioni future che sono sempre le più penalizzate, perché siano protagoniste di un futuro più equilibrato coerentemente con la giustizia climatica».
Per alimentare un percorso di decarbonizzazione serio è necessario inoltre, far circolare e conoscere soluzioni e proposte tecnologiche innovative, ragion per cui i momenti di confronto e di scambio tra i diversi attori diventano occasioni di valore.
Una missione comune, che Ecomondo e Key Energy condividono con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile che da 11 anni trova in Ecomondo la piattaforma più adatta per presentare ai decisori pubblici, alla rappresentanza d’impresa e del lavoro, alla società civile, la relazione annuale sulla Green Economy in Italia.
«Vorrei precisare un aspetto: il percorso di decarbonizzazione non è un’opzione tra le tante. Il Green Deal che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il vicepresidente Frans Timmermans hanno presentato nel 2019 è la prima vera politica economica dell’Unione. Dovremmo vederla tutti come l’opportunità di liberare il potenziale innovativo della nostra industria e delle nostre policy sull’economia circolare. Ha un cronoprogramma per tappe. Certo, nessuno poteva immaginare che di lì a qualche mese dopo la presentazione del Green Deal, ci saremmo trovati a parlare di recovery fund poi diventato PNRR. Nessuno immaginava che la decarbonizzazione sarebbe entrata nel dibattito politico per via delle sanzioni alla Russia o che addirittura avremmo iniziato a considerare un price cap al gas per produrre energia elettrica».
Questo piano di politica economica comune incontra ovviamente anche tanti dubbi legittimi, il primo dei quali riguarda l’equità sociale della transizione ecologica, focus a cui è dedicata una sessione di questa conferenza per approfondire dubbi e opportunità con gli esperti di settore.
«Oggi abbiamo la consapevolezza che l’obiettivo di salvaguardia dell’ambiente, e la transizione industriale che questo obiettivo comporta, va riformulato come “Just Transition” e cioè una transizione socialmente giusta. La sostenibilità non può creare nuove disuguaglianze. Al contrario, dovrebbe appianare quelle oggi esistenti. Per arrivarci, alla transizione giusta, occorre mantenere un legame forte tra istituzioni italiane ed europee, la ricerca universitaria, industry, i corpi intermedi. Che è quello che Ecomondo fa da 25 anni».