17:31 Perché l’elettrificazione dei consumi può aiutare a ridurre le emissioni di gas serra
Quali sono le emissioni di un kilowattora di energia elettrica? Dipende ovviamente da quali tecnologie e quali fonti energetiche usiamo per produrlo. Questo valore è molto variabile tra diversi Paesi e Regioni e anche nel tempo. L’Italia, grazie alla diffusione delle fonti rinnovabili, all’utilizzo limitato di carbone e a centrali a gas naturale ad alta efficienza, presenta tradizionalmente emissioni del parco di generazione elettrica contenute rispetto ad altri importanti Paesi europei. Ma soprattutto ha migliorato più di altri nel corso del tempo. Secondo le stime 2019 di Italy for Climate, oggi produrre un kWh di elettricità in Italia comporta l’emissione di circa 280 grammi di CO2: si tratta di oltre la metà del 1990, quando per produrre lo stesso kWh le emissioni di CO2 ammontavano a 592 grammi.
A contribuire a questa dinamica è stato un insieme di fattori: innanzitutto la penetrazione delle fonti rinnovabili (in particolare tra il 2008 e il 2014, proprio gli anni in cui la riduzione delle emissioni è stata più sensibile); in secondo luogo i miglioramenti tecnologici e di efficienza degli impianti termoelettrici alimentati a gas naturale; infine, la graduale riduzione della produzione di elettricità da combustibili solidi, ovvero da carbone, iniziata nel 2012 e acceleratasi proprio nel 2019, con un taglio di quasi il 40% rispetto all’anno precedente.
I progressi previsti nel prossimo decennio, in particolare la chiusura totale delle centrali a carbone e l’aumento delle fonti rinnovabili che dovrebbero arrivare a soddisfare ben oltre la metà del fabbisogno nazionale di elettricità, porteranno a ulteriori importanti riduzioni nelle emissioni specifiche. Anche per questo molti indicano l’elettrificazione come un fattore strategico per ridurre le emissioni di gas serra. Ad oggi il tasso di elettrificazione, ossia la quota dei consumi elettrici sul totale dei consumi di energia, in Italia ammonta al 21,6%, in linea con i dati mondiali, ma in alcuni scenari si prevede di arrivare anche al 50% nei prossimi trent’anni. Questo significherebbe fare ampio ricorso alla mobilità a trazione elettrica, al riscaldamento con pompe di calore e alla elettrificazione dei processi industriali fin dove possibile.