16:50 Auto privata vs sharing mobility: quale conviene di più?
La sharing mobility rappresenta una delle migliori soluzioni per rendere più sostenibile e decarbonizzato il modello di mobilità delle nostre città. La flotta dei servizi di sharing mobility è composta quasi interamente da veicoli a zero emissioni locali, sempre più piccoli e leggeri che in maniera più efficiente compiono lo stesso lavoro delle automobili utilizzando meno energia e meno spazio stradale. I servizi di sharing mobility, inoltre, possono rappresentare un’alternativa al possesso e all’uso dell’auto personale al punto che i cittadini potrebbero rinunciare ad acquistarne una, permettendo di produrre gradualmente sempre meno mezzi di trasporto e risparmiando dunque energia e materiali.
Ma oltre ad essere più green, la mobilità condivisa è anche un modello più conveniente economicamente? Il dover pagare singolarmente uno spostamento (che sia il biglietto del trasporto pubblico, la tariffa per uno scooter in sharing o per una corsa in taxi) restituisce la percezione di pagare di più per questi servizi di mobilità condivisa, rispetto a quanto si spenderebbe per fare gli stessi spostamenti con la propria auto. Ma le stime elaborate dall’Osservatorio sulla Sharing Mobility ci dicono il contrario.
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Mantenere una propria auto può costare in media 5.400 euro in un anno. Capita spesso di sottostimare questa cifra e l’impatto che ha sul nostro modello di mobilità: in primo luogo perché oltre ai ben noti costi di funzionamento (carburante, parcheggi, pedaggi, etc.) ci sono anche significativi costi fissi legati al possesso e alla manutenzione del mezzo (bollo auto, RCA, revisione, costi di usura, costi di finanziamento, riparazioni, etc.); in secondo luogo, perché tendiamo a non includere questi costi fissi quando è il momento di considerare quale opzione di spostamento può essere più conveniente, fra raggiungere una destinazione con la propria auto oppure con un mezzo di trasporto condiviso.
Secondo le stime dell’Osservatorio, un utente medio “auto-indipendente”, cioè che non possiede un’auto privata e si sposta a piedi, con la propria bicicletta o monopattino e con vari altri mezzi di trasporto condiviso, sostiene un costo medio mensile di 63 € per le sue necessità di spostamento. Un utente “collettivo”, che non possiede una propria auto e predilige il trasporto pubblico per una quota significativa delle sue esigenze di spostamento, arriverebbe a spendere in media 101 € al mese.
Viceversa, un utente medio “auto-dipendente”, cioè che possiede una propria auto e la utilizza come principale mezzo di spostamento, arriva a spendere fino a 381 € al mese (ovvero quasi 4 volte in più dell’utente “collettivo” e ben 6 volte in più dell’utente “auto-indipendente”).
E anche se questo utente, pur possedendo una propria auto, fosse più “neutrale” e scegliesse di integrare opzioni di mobilità condivisa per spostarsi (ad esempio utilizzando l’auto solo quando le alternative condivise sono meno percorribili), il suo costo medio mensile resterebbe sostanzialmente invariato con 379 €.
Pur trattandosi di stime, che necessariamente non possono tenere conto di altri fattori più soggettivi come la comodità di avere un proprio mezzo di trasporto, il messaggio è chiaro: abbandonare l’auto privata e spostarsi con mezzi più leggeri e condivisi conviene non solo al clima e all’ambiente, ma anche al nostro portafoglio.