Intervista a Edoardo Garrone, Presidente Gruppo ERG

Transizione energetica: possibile ed economicamente sostenibile 

«La transizione ecologica è la soluzione alla sfida globale dell’indipendenza energetica ma è soprattutto un percorso obbligato per raggiungere l’obiettivo imprescindibile di lotta ai cambiamenti climatici. Le FER, ed in particolare l’eolico e il solare, per loro natura più pulite e accessibili, rappresentano una risposta concreta a queste sfide». Lo afferma in modo chiaro Edoardo Garrone, Presidente ERG, che da oltre 80 anni opera nel settore dell’energia ed è oggi il primo operatore eolico in Italia e tra i principali in Europa, che ha adottato un modello di business orientato allo sviluppo sostenibile.

Quella di ERG è la storia di un’impresa che ha scelto di accogliere la sfida della decarbonizzazione con largo anticipo rispetto ai trend di scenario. Oggi sta completando il processo di transizione ed è determinata a proseguire nello sviluppo delle rinnovabili in Italia e all’estero, con un piano industriale totalmente dedicato all’eolico e al solare, nonché ai sistemi di accumulo.

Tra le principali cause dell’attuale impasse che vive il percorso di transizione energetica identificate dal Presidente Garrone rientra l’aspetto burocratico-autorizzativo: «una burocrazia lenta nell’autorizzazione degli impianti rinnovabili e un coinvolgimento dei territori ancora limitato rappresentano i principali ostacoli».

«L’attuale Governo ha compreso questa urgenza ma serve un’ulteriore accelerazione: ad oggi i tempi di autorizzazione per gli impianti FER superano i cinque anni, a causa di un iter eccessivamente complicato che ha portato ad una carenza di progetti pronti a partecipare alle aste. Nel corso dell’ultima asta FER  è stato assegnato solo il 13% della potenza disponibile: ne risulta che nel 2021 l’installazione di nuova capacità in Italia è stata tra le più basse in Europa: nell’eolico non rientriamo neanche tra i primi 15 paesi, mentre nel solare siamo solo decimi. A complicare il quadro vi è poi la crescita repentina del costo delle tecnologie che andrebbe risolto adeguando le tariffe delle aste rinnovabili previste per legge».

ERG oggi può essere considerata una best practice nel percorso di transizione, un esempio da analizzare per conoscere prima le criticità e comprendere come affrontarle.

L’azienda ha disinvestito 4 miliardi dall’oil reinvestendone oltre 5 nelle rinnovabili in modo profittevole, dimostrando così che la transizione è possibile oltre che economicamente sostenibile. Tutto ciò senza dimenticare il DNA industriale, affrontando il nuovo business con l’obiettivo di rimanere altamente competitivi e rendere più efficienti gli asset. 

«Grazie a questa profonda conoscenza industriale dei nostri assets, siamo stati i primi a sviluppare il Repowering eolico, una tipologia di rinnovamento tecnologico fondamentale per la crescita delle rinnovabili, che consente di potenziare le infrastrutture dell’impianto esistente senza utilizzare suolo addizionale. Muoversi in anticipo ci ha permesso di essere tra i primi ad ottenere le autorizzazioni per questo tipo di progetti, di cui oggi tre si trovano in fase di costruzione».

Un esempio che dimostra come la rapidità dell’aspetto autorizzativo possa essere un volano per l’intero percorso della transizione energetica. Accelerare le tempistiche di approvazione dei progetti è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione stabiliti a livello nazionale ed internazionale, che richiedono –  per le rinnovabili – l’installazione media di circa 10 GW all’anno fino al 2030.

La transizione energetica deve essere un percorso equo e giusto, dove nessuno deve essere lasciato indietro, come sancito dagli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. 

Con il Presidente Garrone parliamo anche dell’impatto della transazione sulle persone, uno degli aspetti più delicati a cui guardare in questo processo, al centro di un tavolo sull’inclusione sociale all’interno della Conferenza nazionale sul clima 2022.

La strategia di ERG è stata quella di «puntare sul reskilling: garantire la continuità professionale anche attraverso un importante percorso di sviluppo di nuove abilità e competenze».

Più in generale, la transizione ecologica nel settore energetico fa dell’elettrificazione dei consumi uno dei suoi driver principali e prevede anni di grandi investimenti in tutta la catena della generazione elettrica, con ampi benefici anche in termini occupazionali, anche l’esercizio degli impianti coinvolgerà direttamente ed indirettamente un numero considerevole di persone. 

«Elettricità Futura, l’associazione di riferimento del settore elettrico, anche loro promotori come noi di Italy for Climate proprio in questi giorni ha presentato uno studio secondo il quale, grazie alla transizione ecologica, solo in Italia entro il 2030 avremo 470.000 nuovi occupati nel settore e nell’indotto elettrico, che si aggiungeranno agli attuali 120.000».

Altri autorevoli studi effettuati a livello globale, tra cui il World Energy Transitions Outlook di IRENA, dimostrano come la perdita occupazionale nei settori esclusi dalla decarbonizzazione sarà più che compensata, nel giro di un decennio, dalle nuove opportunità della green economy.