Intervista a Nicola Monti, Amministratore Delegato Gruppo Edison

Aumentare la consapevolezza delle imprese sulle opportunità del cambiamento 

L’obiettivo dell’Europa di diventare il primo continente climaticamente neutro entro il 2050 ha innescato azioni rivolte a mantenere le emissioni di gas a effetto serra coerenti con la limitazione dell’incremento della temperatura media globale entro 1,5 °C. Oggi il piano REPowerEU alza ancora il tiro e stabilisce nuovi obiettivi per ridurre la dipendenza dal gas russo anche attraverso ulteriori incrementi delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica. 

Ne abbiamo parlato con Nicola Monti, Amministratore Delegato di Edison, la più antica società energetica d’Europa e uno dei leader della transizione ecologica del Paese, che opera nell’approvvigionamento, produzione e vendita di elettricità e gas e nei servizi energetici e ambientali. Anche alla luce della proposta oggetto della Conferenza nazionale sul clima, nella quale si discuteranno alcune soluzioni concrete e di immediata realizzazione per implementare a livello nazionale il nuovo piano europeo. 

L’Italia ha formalmente delineato un tragitto per la transizione energetica attraverso due strumenti: il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) del 2019, attualmente in fase di aggiornamento per allinearlo ai nuovi obiettivi europei, e la “Strategia Nazionale di Lungo Termine 2050” del 2021. Recentemente ha, inoltre, emanato il “Piano per la Transizione Ecologica” che cerca di coniugare le iniziative di decarbonizzazione con le misure di sostegno previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

«Quello che manca all’Italia è la velocità con la quale devono essere adottate le misure e gli interventi necessari per una completa decarbonizzazione dell’economia. Permangono ancora criticità relative al perfezionamento del quadro normativo-regolatorio necessario per la realizzazione dei progetti. Ancora oggi, nonostante siano intervenute disposizioni semplificative dei procedimenti di autorizzazione, sussistono tempi burocratici insostenibili per acquisire il cosiddetto “consenso esteso” ai fini del rilascio dei provvedimenti abilitativi alla costruzione e all’esercizio degli impianti». 

Secondo l’AD Monti, questi sono i principali elementi che possono rallentare il percorso verso un sistema industriale a basso contenuto di carbonio e mettere a repentaglio anche le risorse che il PNRR ha stanziato per la transizione ecologica e la rivoluzione verde.   

Tra i principali attori del cambiamento poi ci sono proprio le imprese, che hanno un ruolo essenziale per realizzare la transizione e per costruire un dialogo costruttivo sia con i protagonisti del mercato finale, sia con le persone in senso lato. 

Innanzitutto, l’alimentazione del ciclo produttivo deve avvenire progressivamente con sempre maggiore componente di energia prodotta da fonti rinnovabili, e anche le soluzioni sempre più “tailor-made” di servizi energetici sono fondamentali per monitorare, analizzare e quindi ottimizzare i consumi di energia e per rendere più razionale il loro uso. Tutto ciò si affianca alla necessaria trasformazione del modello di produzione e consumo, leva fondamentale per la transizione, e l’utilizzazione più efficiente delle risorse. Per facilitare questo approccio è necessario compiere un salto culturale e passare da un’economia lineare a un’economia circolare dove il rifiuto è recuperato come nuova materia prima da utilizzare in un altro processo produttivo. 

Coinvolgere le imprese e sviluppare un partenariato con loro verso la decarbonizzazione è l’altro passo fondamentale: «Esplicitare alle imprese le opportunità che il cambiamento in atto sta facendo emergere e affiancarle nel loro percorso di transizione ecologica è il modo migliore per orientare il sistema produttivo verso processi circolari e puliti».

Edison ha colto queste esigenze e ha, di recente, costituito “Edison Next” che ha l’obiettivo di accompagnare e guidare le industrie e i territori verso la transizione energetica con un’offerta completa di servizi e prodotti ad hoc. Edison è impegnata in progetti per la produzione di “gas verdi” come l’idrogeno e il biometano, e allo stesso tempo propone sistemi per la sostenibilità del trasporto pesante su strada e di quello marittimo alimentato da GNL e Bio GNL. 

«Inoltre, abbiamo rafforzato il nostro impegno sulle fonti rinnovabili che ci porterà al 2030 a raddoppiare la potenza attualmente installata portandola a 5GW.  Energia che mettiamo a disposizione del sistema energetico nazionale e delle imprese che potranno alimentare le proprie attività con energia da fonti rinnovabili, certificata da “Garanzie d’Origine”, una leva essenziale di competitività anche nei mercati internazionali ». 

Un aspetto importante da considerare, poi, è quello che riguarda i territori e quindi il coinvolgimento delle amministrazioni locali: non può esserci transizione ecologica senza il contributo delle Comunità territoriali. La visione globale deve necessariamente tradursi in azioni locali e, quindi, il passaggio dalla visione alle azioni è fondamentale per realizzare in concreto gli obiettivi individuati. 

«Ho citato il termine più vasto di transizione ecologica in quanto la transizione che stiamo affrontando non è solo energetica, ma anche culturale, sociale ed economica. E tutti questi aspetti si ripercuotono sulla collettività. Noi abbiamo affrontato la sfida con il territorio in maniera coerente con i principi dell’Agenda XXI che ha al suo centro il concetto della condivisione attraverso la partecipazione. Ed è proprio questo modello che ci ha permesso di confrontarci con le rappresentanze locali superando, anche con ottimi risultati, le possibili criticità che inevitabilmente possono emergere quando si agisce in contesti territoriali conflittuali dove la sindrome Nimby può veramente condizionare i tempi di realizzazione delle infrastrutture». 

Nell’ambito dello sviluppo delle fonti rinnovabili Edison è stata la prima in Italia ad applicare il protocollo “Envision” ai parchi eolici, per valutarne la sostenibilità durante l’intero ciclo di vita. Insieme all’impegno costante per tutelare la biodiversità nei contesti in cui sono presenti gli impianti. 

Ambiente, territori e anche persone, che i territori li vivono e animano.

«La nostra responsabilità si estende, altresì, anche nel sociale attraverso specifiche iniziative che hanno riguardato, per esempio, la firma del “Manifesto contro la povertà energetica” che ci consentirà di sostenere le famiglie in condizioni di vulnerabilità economica e sociale in Calabria e un progetto per ridurre la povertà educativa in Sicilia: progetto, quest’ultimo, sostenuto dalla nostra fondazione EOS (Edison Orizzonte Sociale). La sfida che ci attende è quella di accrescere la responsabilità delle Amministrazioni locali e nello stesso tempo lo spirito della co-progettazione del territorio anche in funzione di un’accresciuta accettabilità dei nostri impianti».